3. Sole e creme solari
Siamo di nuovo in quel momento dell’anno: quello della scelta delle creme solari e dei dubbi sul loro utilizzo (e sulla loro efficacia). Sulla scia di un articolo pubblicato su Vox, abbiamo raccolto alcune delle domande, che tutti ci poniamo,in fatto di protezioni solari, tumori cutanei e tintarella. Eccole, con le risposte fornite dalla scienza.
CHE COSA SIGNIFICA SPF, E QUALE FATTORE DI PROTEZIONE SCEGLIERE?
SPF sta per Sun protection factor (fattore di protezione solare). Questo numero indica la capacità dei filtri solari di proteggere dalle radiazioni UVB, le più pericolose, perché responsabili delle ustioni cutanee. Per calcolare il fattore di protezione cutanea, vengono confrontati i tempi di arrossamento di pelli protette da creme solari e pelli non schermate.
La capacità di protezione di un filtro solare non aumenta in modo lineare all’aumentare dell’SPF: in altre parole, un SPF 30 non è due volte più efficace di un SPF 15. Se usato correttamente, il primo scherma il 97% dei raggi UVB, il secondo il 93%. La maggior parte dei dermatologi raccomanda creme con un SPF di almeno 30, meglio se resistente all’acqua (proteggono fino a 40 minuti “a mollo”).
Questo valore, tuttavia, non dice nulla sulla protezione contro i raggi UVA, che penetrano in profondità nell’epidermide facendole perdere elasticità e causando le rughe. Anch’essi contribuiscono al rischio di tumori cutanei. Per questo è meglio scegliere filtri solari “ad ampio spettro”.
COME SI APPLICANO LE CREME SOLARI?
Perché siano efficaci vanno spalmate generosamente su tutte le aree non coperte da indumenti almeno 15 minuti prima di esporsi al sole, ricordandosi di coprire anche parti snobbate del volto, orecchie e labbra. La protezione va spalmata ogni due ore e dopo ogni bagno. La dose è quella di un bicchierino da shot (ma se ve ne serve di più, non lesinate).
CHE DIFFERENZA C’È TRA FILTRI SOLARI CHIMICI O FISICI?
I secondi (sunblock) agiscono creando una barriera fisica con particelle di titanio o zinco che riflette i raggi solari. Rispetto ai filtri chimici, i sunblock tendono ad essere più opachi e visibili. Sono entrambi efficaci, basta sceglierne uno che siete sicuri di usare (l’unica variabile che conta).
LE CREME SOLARI RIDUCONO IL RISCHIO DI TUMORE CUTANEO?
Studi scientifici dimostrano piuttosto chiaramente che i filtri solari riducono il rischio di incorrere in un carcinoma, il più comune tumore della pelle, che colpisce le parti del corpo più esposte al sole.
Più difficile da dimostrare scientificamente è l’efficacia contro i melanomi, per una serie di motivi: questo secondo tipo di tumore si mostra in genere molti anni dopo il danno cutaneo; è più legato a un’esposizione solare intermittente (per esempio quella di chi abita ad alte latitudini e si espone al sole durante le vacanze); mancano studi controllati randomizzati – in cui solo a metà campione venga dato un filtro solare; e chi usa più creme solari ha in genere una carnagione chiara che è legata a un rischio maggiore: un fattore che può creare confusione nei dati.
Al di là di questa difficoltà, è ormai chiaro che le creme solari proteggono dalle scottature, e si sa che le ustioni sono tra i primi fattori di rischio per tutti i tumori cutanei.
LE CREME SOLARI STESSE SONO CANCEROGENE?
No! Esistono studi che dicono che chi usa spesso creme solari è più esposto al rischio di tumori cutanei, ma si tratta di uno di quei casi di correlazione che tanto facilmente tende tranelli. Chi usa spesso filtri solari tende più spesso ad esporsi al sole, e alle sue radiazioni dannose; le persone pallide e con i capelli chiari – le più vulnerabili a questo tipo di tumore – usano più spesso creme solari; infine, cospargersi di protezione può creare un illusorio senso di sicurezza, che porta ad esporsi nelle ore più a rischio o a tintarelle più lunghe.
Alcune perplessità sono sorte sull’uso a lungo termine delle creme solari, per via di alcune sostanze chimiche in esse contenute (come i parabeni, composti organici derivati dal petrolio usati come conservanti in molti cosmetici. Tuttavia, le evidenze su loro possibili effetti cancerogeni o sulla capacità di interferire sulla funzionalità ormonale femminile, sono basse e inferiori a quelle che provano il nesso tra sole e tumori cutanei.
I FILTRI SOLARI IMPEDISCONO L’ASSUNZIONE DI VITAMINA D?
La fonte principale di assunzione di vitamina D è la luce solare. Proteggersi dagli effetti nocivi delle radiazioni non preclude la produzione di questa importante sostanza.
IL SOLE DANNEGGIA LE CREME SOLARI?
Sì, così come fa la sabbia. Ecco perché è bene non utilizzare le creme dell’anno precedente. Se conservate in modo ottimale, le creme solari durano per 12 mesi dalla data di apertura (il period after opening riportato sulle etichette). Ma considerato come le teniamo in spiaggia, possono perdere efficacia anche in meno tempo.